Valle Isarco, vini d’altura/di Andrea Gabbrielli

I vigneti che qui vanno dai 300 metri slm sino ad arrivare a lambire i 1000, sono l’espressione di una vitivinicoltura di montagna, con aree terrazzate e in forte pendenza (25 – 60%, in alcuni casi anche oltre) tra le più nordiche del nostro Paese. Il nome di Valle Isarco si deve all’omonimo fiume che nei pressi di Bolzano confluisce nell’Adige. E’ una sottozona della più ampia denominazione Alto Adige e si estende dal paese di Varna a nord e fino all’altopiano del Renon a sud. Ha una superficie totale di circa 500 ettari, per il 90% coltivate ad uve bianche. La produzione valligiana rappresenta circa l’8 per cento del totale dell’Alto Adige.
Nonostante l’ambiente montano, il territorio presenta anche alcuni tratti tipicamente mediterranei. A caratterizzare la vegetazione, a parte i vigneti, sono i boschi di castagni e soprattutto le mele che nell’“Apfelhochplateau Natz-Schabs” (Altopiano delle mele Naz-Sciaves) hanno un luogo d’elezione.

La Valle Isarco (Eisacktal in tedesco, Val dl Isarch in ladino) gode di un’escursione termica sensibile per la presenza delle montagne (ad est le Dolomiti, ad ovest le Alpi Sarentine) e ha una piovosità annuale di poco più di 800 mm e un’insolazione 2.000 ore all’anno.

Le vigne si trovano soprattutto sulla sinistra orografica (conca di Bressanone) dove grazie all’esposizione al sole e ai pendii scoscesi, l’ambiente si riscalda rapidamente. Qui i terreni di origine morenica, sabbiosi e sassosi, sono composti da ardesia, gneis e granito. Dopo la conca di Bressanone la Valle Isarco torna a restringersi scendendo leggermente verso sudovest dove i vigneti si estendono soprattutto sulla destra orografica.

“Siamo, in senso moderno, una vitivinicoltura abbastanza giovane (anni Sessanta) che richiede molte attenzioni nel vigneto (1000 ore di lavorazione ad ettaro) e ci costringe a competere sulla qualità dei nostri vini” racconta Armin Gratl, presidente dell’associazione Eisacktalwein* (vedi nota) e direttore della Cantina Produttori Valle Isarco.

I vini della Valle
Questo particolare insieme di clima, di suoli, di luminosità permette di coltivare delle uve da cui si ottengono bianchi profumati ed aromatici, di buona acidità, strutturati, nervosi, con un carattere spiccato, che si distingue da altri areali altoatesini. Soprattutto per l’acidità – e per un residuo zuccherino solitamente più misurato- che riesce ad imbrigliare un’alcolicità abbastanza elevata.

Si tratta soprattutto di kerner** (vedi nota) che con 82 ettari è l’uva più diffusa in Valle Isarco seguita da sylvaner (69 ha) e poi da müller thurgau, gewürztraminer, grüner veltliner, riesling, pinot grigio, pinot bianco e sauvignon (9,50 ha). Non mancano però i vitigni a bacca rossa, la cui produzione si situa nelle zone meridionali della vallata, subito alle spalle della città di Bolzano: zweigelt (17 ha), portugieser, schiava e pinot nero (8 ha).

La vendemmia 2020
Hannes Baumgartner, titolare dell’azienda Strasserhof e presidente della Freie Weibauern Südtirol a cui aderiscono 105 piccoli vignaioli (5% della produzione totale altoatesina), il 9 ottobre ha finito la vendemmia che descrive come “difficile a causa delle piogge, dopo un periodo di temperature elevate e di umidità. Ciò ha richiesto due o tre passaggi in vigna per selezionare le uve alla giusta maturazione con buoni risultati in particolare per kerner, veltliner e sylvaner. Le prime vasche svinate dicono che i bianchi avranno una gradazione alcolica più contenuta, acidità più alta e sapidità spiccata” continua Baumgartner “Siamo contenti dei risultati e ripartiamo con le manifestazioni promozionali a partire da Vinea Tirolensis. Dobbiamo recuperare ciò che è stato perduto durante i mesi passati”.

*EisacktalWein
EisacktalWein è un’unione di imprese, fondata nel 2015. Associa 20 produttori della Valle Isarco insieme a varie strutture di accoglienza e ristorazione con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del territorio. Le 20 cantine aderenti sono dislocate da nord a sud lungo la valle, 18 sono gestite da piccoli vignaioli che si occupano dell’intera filiera, dalla produzione dell’uva alla vendita delle bottiglie mentre 2 aziende sono di dimensioni maggiori: la Cantina Valle Isarco, cantina sociale con 130 soci conferitori, e l’Abbazia di Novacella, fondata nel 1142, una delle aziende vinicole più famose dell’Alto Adige. I produttori di EisacktalWein producono per l’89% uva bianca e per l’11% rossa. Dal punto di vista del posizionamento delle aziende nella Valle: il 70% è sulla sinistra orografica, 30% destra orografica. L’esposizione: 90% sud/sud-ovest, 10% est. I mercati toccati sono 75% Italia, per la metà in Alto Adige, e il 25% estero (15% Europa).

**Kerner
Il kerner è un vitigno semi aromatico a bacca bianca, ottenuto nel 1929 da August Karl Herold, professore di viticoltura presso l’Istituto sperimentale tedesco di Weinsberg (Germania), incrociando schiava grossa, un’uva a bacca rossa, e riesling a bacca bianca. Il nome di kerner si deve invece a Justinus Kerner, medico e poeta tedesco, amante del vino, a cui fu dedicato il nuovo vitigno. Resistente al freddo, sopporta l’allevamento in altitudine, è diffuso in Germania, Austria, Svizzera. In Italia è presente Alto Adige e in generale nel nord est mentre è allo studio nella provincia di Chieti in Abruzzo.

Andrea Gabbrielli

 

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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