Se la qualità e l’immagine del vino siciliano nel mondo è profondamente cambiata, si deve in gran parte al lavoro di Assovini Sicilia, l’associazione fondata 25 anni fa a cui aderiscono 100 aziende vinicole siciliane, e all’organizzazione di Sicilia en primeur (Sep), la manifestazione itinerante nei territori regionali, rivolta alla stampa internazionale e nazionale, durante la quale si presentano in anteprima, le nuove annate.
A Cefalù, dove si è svolta la ventesima edizione di Sep, con orgoglio – ma anche commozione- si è rivendicato che il sogno dei tre pionieri promotori di Assovini (Giacomo Rallo, Diego Planeta, Lucio Tasca) di dare valore e spessore culturale al vino siciliano, è diventato realtà.
Mariangela Cambria presidente di Assovini Sicilia ha detto che “grazie al coraggio di chi ha creduto nell’associazionismo, sfidando ogni resistenza culturale e mettendosi in gioco senza protagonismi, ha permesso alla Sicilia di diventare un brand dal potente e profondo valore culturale e dall’appeal internazionale”.
Un concetto ribadito anche da Antonio Rallo, past president di Assovini e attuale presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia.
“L’associazionismo incarna concretamente lo spirito di collaborazione dei produttori siciliani. Il nostro fare squadra ha orientato la vitivinicoltura siciliana all’eccellenza, contribuendo al suo successo”.
Recentemente all’interno dell’associazione è nato il gruppo “Generazione Next” che rappresenta le nuove generazioni di Assovini Sicilia, giovani under 40 anni che, guidati dall’esempio di Assovini, si stanno impegnando a dar vita ad una squadra definendo strategie nei settori legati alla comunicazione, formazione e valorizzazione de territorio.
Oggi le cantine Assovini producono circa 900 etichette da cui si genera più dell’80% del valore del vino siciliano imbottigliato. Inoltre il 99% delle aziende produce vini a denominazione di origine (DOP) mentre l’export rappresenta oltre il 50% delle vendite, arrivando a raggiungere, in alcuni casi, oltre cento paesi. E’ il mercato europeo, con il 98,6% delle esportazioni, il primo sbocco dei vini siciliani, seguito da Usa, UK, Giappone, RPC e Australia. I dati 2023 indicano una flessione delle esportazioni di vini rossi siciliani DOP (-4%) mentre cresce l’export di vini fermi bianchi DOP (+ 7%). In particolare crescono negli Stati Uniti (+29%), Canada (+13,9%) e Germania (+6,8%). Per i rossi DOP siciliani la maggiore crescita dell’export si ha in Francia (+7,5%), seguita dal Regno Unito (+6,8%).
“ Un momento critico ma non c’è da arrendersi – lo ha definito Mattia Zoppas, presidente Ice, commentando la situazione dell’export nazionale – attraversiamo la quarta crisi del vino di questo secolo e come spesso accade è il mercato Usa a metterci in difficoltà. Ciò deve spingere il comparto a lavorare sempre più sul valore del prodotto. Inoltre, l’Italia ha due assi nella manica, i vini delle isole e quelli da territori vulcanici, carte da giocare bene sul mercato”.
Vendemmia 2023
La vendemmia più lunga d’Italia – cento giorni di raccolta – è iniziata nella parte occidentale nella prima decade di agosto, e si è conclusa a fine ottobre nei vigneti dell’Etna. Anche la Sicilia, come del resto tutto il centro-sud e le aree meridionali dell’Europa, ha subito un calo del 31% rispetto allo scorso anno. Come per le altre regioni, queste diminuzione della produzione sono riconducibili alle condizioni meteoclimatiche sfavorevoli verificatesi nel periodo primaverile che hanno favorito la diffusione della peronospora, una malattia della vite che incide sulla quantità e non sulla qualità. Nonostante la riduzione della produzione “da questa annata 2023 berremo vini rossi con una forte identità, bianchi con un profilo aromatico complesso, vitigni autoctoni sempre più fedeli al territorio e internazionali dal nuovo e interessante profilo”. È il bilancio di Mattia Filippi, co-fondatore di Uva Sapiens, società che si occupa di consulenza vitivinicola.
“Sono profondamente convinta che il brillante futuro del vino italiano inizia qui, in Sicilia, nel cuore del Mediterraneo»- ha affermato Monica Larner, giornalista e wine critic statunitense per la rivista Robert Parker Wine Advocate.
La sostenibilità siciliana
La Fondazione SOStain Sicilia, creata dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini, Sicilia, promuove lo sviluppo etico e sostenibile nel settore vitivinicolo siciliano, accompagnando e indirizzando le cantine verso la misurazione costante e la riduzione dell’impatto che le pratiche agricole hanno sul territorio. Sono associate 39 aziende di cui 22 aziende certificate, con 32.967 ettari di superficie vitata e 5131 ettari di superficie certificata da cui si ottengono 20.147.000 bottiglie certificate. Un esempio dei progetti in corso è sulla riduzione dell’impronta carbonica in accordo con OI-Glass: la bottiglia made in Sicily, una bottiglia leggera (410 gr), prodotta interamente nella regione, con un elevato contenuto di vetro riciclato (95%) proveniente unicamente da raccolta differenziata effettuata in Sicilia. Oppure in accordo con Amorim Cork promuovere il riciclo e l’economia circolare con progetto finalizzato alla raccolta di tappi in sughero usati da riciclare e infine un accordo con il Consorzio Etna Doc per agevolare l’adesione a SOStain delle micro cantine che ricadono all’interno della denominazione, attraverso una riduzione dei costi per l’assistenza tecnica necessaria alla certificazione, al fine di diffondere sempre più le buone pratiche di sostenibilità inserite nel disciplinare SOStain.
di Andrea Gabbrielli
Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.