“Sarà un’annata eccezionale grazie al lavoro che hanno svolto i barolisti”. Gianni Gagliardo, a nome dell’associazione Deditus che ha organizzato la presentazione dell’annata 2023, sintetizza così l’andamento dei nebbioli in corso di raccolta nelle terre del Barolo. Il valore delle esperienze accumulate dai vignaioli nel corso degli ultimi lustri, ha fatto la differenza e ha permesso di affrontare una stagione complessa da gestire dal punto di vista agronomico. Basti pensare agli episodi di grandine, vento forte, malattie fungine, piovosità marcata, calure estive e nell’ultimo periodo, anche le escursioni termiche contenute. “A parte le cavallette non ci siamo fatti mancare nulla” ha raccontato Stefano Gagliardo dell’azienda Poderi Gianni Gagliardo. Anche Alberto Cordero Montezemolo dell’omonima azienda conferma che “la qualità si va ad ottenere ma ce l’ha fatta sudare, mettendoci a dura prova. Un ruolo importante lo ha svolto il diradamento dei grappoli”. Lorenzo Scavino di Azelia che da poco ha iniziato la raccolta dei nebbioli da Barolo evidenzia il ruolo strategico dei vigneti più vecchi ” Le piante con le radici profonde hanno assicurato non solo resilienza ma anche continuità”.
Le prime vasche di nebbioli risultano intensamente colorati che daranno vita a dei vini eccellenti ed equilibrati, con una buona acidità. Insomma il Barolo 2023 -se ne parlerà tra quattro anni, nel 2027- ha tutti i caratteri di un grande vino. Cesare Benvenuto dell’azienda Pio Cesare parla “non solo di eleganza ma anche di longevità. Nel mondo sarà considerata una grande annata da ricordare” mentre Lorenzo Scavino (Azelia) mette l’accento sul valore “del tannino bilanciato e solido insieme ad una acidità importante”. Stefano Chiarlo, dell’ azienda Michele Chiarlo, parla anche di una buona resa -55/60 q.li- e di un’alcolicità più contenuta rispetto alle ultime vendemmie.
“Dolcetto e barbera, come le uve bianche di arneis e timorasso, sono già in cantina e gli assaggi delle prime vasche, sono molto interessanti” ha detto Eugenio Palumbo di Vietti, allargando il panorama anche alle altre produzioni. La vendemmia dovrebbe terminare attorno al 20 ottobre. In un’annata come la 2023 la differenza la fa il produttore e mai come questa volta, per il Barolo, sembra proprio così.
Chi sono
Deditus è l’associazione che si costituisce verso la fine degli anni ’90 e raccoglie l’esperienza e l’incondizionata dedizione al Barolo di famiglie storiche produttrici della denominazione: Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto, Vietti. Si tratta di aziende che, di generazione in generazione, hanno consacrato la loro vita alla coltivazione delle vigne, in un territorio oggi riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Andrea Gabbrielli
Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.