Argiano, questa Pieve non s’ha da fare

Con una sentenza del 15/10/2023 il Tribunale di Torino ha rigettato la richiesta del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano di registrazione nazionale del marchio individuale “Pieve Argiano” e ha riconosciuto la validità e i diritti di esclusiva dei marchi Argiano – registrati negli anni Ottanta – all’omonima azienda di Montalcino.
Pertanto, in base alla decisione della sezione specializzata in materia d’impresa del Tribunale torinese, l’Unità geografica aggiuntiva prevista dal progetto Pievi del Vino Nobile di Montepulciano non potrà utilizzare il nome di Argiano essendo un marchio privato già registrato dall’azienda Argiano di Montalcino e dotato di capacità “distintiva”, e non esclusivamente un’indicazione geografica relativa all’ubicazione dell’azienda montalcinese. Se il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano decidesse lo stesso di utilizzare Pieve Argiano, potrebbe essere citato dall’azienda ilcinese per contraffazione.

“La questione è assai complessa – afferma Paolo Solini, direttore del Consorzio del Vino Nobile– perché riguarda il conflitto tra un marchio privato e un’ indicazione geografica. Al momento non è previsto un ricorso e né d’altra parte c’è l’intenzione di impedire ad Argiano di usare il suo nome. Valuteremo come muoverci insieme ai nostri soci”.
Bernardino Sani, ceo dell’azienda Argiano di Montalcino, commenta molto seccamente” Facciamo riferimento alla sentenza del Tribunale di Torino che fa giustizia e chiarezza riconoscendo in pieno i nostri diritti”.

Il progetto Pievi, era stato approvato dall’assemblea del Consorzio del Vino Nobile a fine marzo 2021, con l’obiettivo di dare vita a un sangiovese di alta gamma in grado di competere con le migliori espressioni di questa varietà in Toscana.
In sostanza si tratta di una terza tipologia di Vino Nobile, che si aggiunge alle tipologie annata e Riserva, basato su 12 Unità geografiche aggiuntive, denominate Pievi che fanno riferimento a frazioni di Montepulciano quali Cervognano, Cerliana, Caggiole, S. Albino, Valiano, Ascianello, San Biagio, Le Grazie, Gracciano, Badia, Valardegna e appunto Argiano.

A Montalcino
Argiano
è una storica (1580) e pluripremiata azienda di Montalcino, fondatrice del Consorzio del Brunello che per lungo tempo è stata di proprietà dei Caetani Lovatelli poi successivamente di Noemi Cinzano sino al 2013 quando è stata acquistata dal finanziere brasiliano Andrè Santos Esteves (Leblon Investment Fund Ltd), il quale ha iniziato una profonda e attenta ristrutturazione conservativa sia di Villa Bell’Aria sia della cantina. Il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano, recentemente ha conquistato la vetta della Top 100 della rivista americana Wine Spectator.

A Montepulciano
Argiano 
a cui fa riferimento la Pieve è una frazione del comune di Montepulciano dal quale dista 8,7 km. A questa si riferiscono gli statuti comunali nel XIII secolo. L’area, caratterizzata da boschi e vigneti, è posta tra le località di S. Albino e la località Tre Berte. Non ha una particolare notorietà come luogo autonomo di produzione del vini rispetto ad altre zone poliziane più conosciute e valorizzate nel corso degli anni come Cervognano, Caggiole, Gracciano, ecc.

Nel giudizio che ha visto contrapposto il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano all’azienda Argiano di Montalcino sembrerebbe aver prevalso il principio per cui se un marchio è stato registrato precedentemente alla domanda di registrazione di un’indicazione geografica, quel marchio ha acquisito una reputazione maggiore tra i wine lovers del mondo, tale per cui lo stesso nome usato per un’indicazione geografica potrebbe causare non poca confusione tra i consumatori.

E quanto sia deleteria la confusione lo sa bene anche il Vino Nobile di Montepulciano che sui mercati viene spesso scambiato con il Montepulciano d’Abruzzo.

Andrea Gabbrielli

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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