Toscana Igt Guidalberto 2019 Tenuta San Guido/di Andrea Gabbrielli

“La nascita di questo secondo vino – il primo è stato il Sassicaia – ha alle spalle almeno tre motivi: la volontà di cimentarci con un’uva da noi mai utilizzata, il Merlot, il desiderio di offrire al consumatore un prodotto che potesse essere apprezzato più giovane e infine l’opportunità di poter selezionare ulteriormente le uve da destinare al Sassicaia”. A spiegare il perché della nascita di Guidalberto, è la stessa Tenuta San Guido. L’espressione “secondo vino” è mutuata dall’usanza degli châteaux bordolesi di creare una seconda etichetta (ma anche una terza o una quarta) rispetto al primo vino, il top della cantina (Grand Vin). In queste etichette secondarie possono confluire botti o partite non giudicate all’altezza del Grand Vin oppure provenienti dai vigneti più giovani o ancora di una varietà che nell’annata non ha dato i risultati d’eccellenza richiesti per il primo.

Il Guidalberto, pur facendo riferimento a questa tradizione, è un secondo vino “sui generis” perché la composizione dell’uvaggio è differente.
Se il Sassicaia è composto da Cabernet Sauvignon (85 %) e da Cabernet Franc (15%), nel Guidalberto il Cabernet Sauvignon è al 60% mentre la parte restante (il 40 %) è tutto Merlot che caratterizza spiccatamente il vino.
Essere il secondo dopo Sassicaia, il prototipo di grande rosso italiano nel mondo, è un onere assai impegnativo ma il Guidalberto, dalla prima annata 2000, è un vino con caratteri d’eccellenza. D’altra parte, il territorio, i vigneti, sono gli stessi.

Tenuta San Guido
La proprietà dei Marchesi Incisa della Rocchetta è situata in provincia di Livorno, in Maremma, e si estende dal mare sino alle colline, per circa 2500 ettari. Il punto di riferimento è l’abitato di Bolgheri, la frazione del Comune di Castagneto Carducci, reso celebre dai versi di Giosuè Carducci che qui abitò con la sua famiglia. Tenuta San Guido vuol dire Sassicaia, il vino simbolo dell’azienda creato da Mario Incisa, che si può fregiare della Doc Bolgheri Sassicaia, unico caso in Italia di Denominazione attribuita esclusivamente a un vino.

L’allevamento di cavalli della Razza Dolmello Olgiata (Donatello II, Nearco, Ribot solo per citare tre leggendari stalloni) e la Padule di Bolgheri che sempre su iniziativa del Marchese Mario Incisa, proprietario dell’area, già nel 1959 divenne la prima oasi faunistica privata italiana e successivamente nel 1968, la prima oasi WWF, associazione di cui Incisa fu presidente.

I suoli e i vigneti
I terreni su cui insistono i vigneti hanno caratteristiche morfologiche varie e composite con forte presenza di zone calcaree ricche di galestro e di sassi e parzialmente argillosi; si trovano a un’altitudine compresa fra i 100 e i 300 metri s.l.m., con esposizione a Sud/ Sud-Ovest.

L’annata 2019
L’andamento meteo nel corso dell’anno è stato molto variabile con periodi di freddo e pioggia e poi con caldo e siccità. Sostanzialmente stabile il tempo ad agosto e settembre, due mesi decisivi per la qualità delle uve con 45 giorni consecutivi senza pioggia. La vendemmia dei rossi è iniziata nei primi giorni di settembre quindi è stata interrotta dalla pioggia e poi è nuovamente ripresa. L’evento piovoso ha permesso una maturazione equilibrata delle uve, prima del Merlot e successivamente del Cabernet. I colori sono intensi così come i profumi e la tannicità è setosa.

La vinificazione
Cernita e accurata selezione a mano dei grappoli e acini, mediante tavolo di cernita. Soffice pressatura e diraspatura dei grappoli per evitare la rottura degli acini e cessione eccessiva di tannini. Fermentazione alcolica in tini di acciaio inox a temperatura controllata e senza alcuna aggiunta di lieviti esterni. Le macerazioni di questa annata sono state di circa 10-13 gg per le uve di Merlot e di 13-16 gg per le uve di Cabernet Sauvignon, con frequenti operazioni di rimontaggio e di délestages. La fermentazione malolattica, iniziata ai primi di novembre, è stata completamente svolta in tini di acciaio, al termine della quale i mosti sono stati messi in barrique di rovere francese e, in piccola parte, legno americano per un periodo di 15 mesi.

La degustazione
Rubino intenso molto pieno. Note di frutti rossi (prugna secca) con toni speziati e aromatici (tabacco scuro) su uno sfondo di macchia mediterranea, caratteristico riconoscimento dei vini bolgheresi; in bocca tannino dolce, struttura piena con una freschezza di fondo che rende la beva gradevolissima. Lungamente persistente, ha un retrogusto speziato/fruttato.

Un grande vino della Tenuta San Guido, espressione di un terroir davvero speciale.

Valutazione 91/100
Prezzo in enoteca: Euro 40,00

Tenuta San Guido
loc. Le Capanne n°27 57022 Bolgheri (LI)
Tel. : +39 0565 762003 / 762026
www.tenutasanguido.com

di Andrea Gabbrielli

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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