La Sicilia del vino, un sistema sostenibile

“Sembrerebbe che la Sicilia stia reagendo bene ai cambiamenti climatici, grazie anche alla sua naturale vocazione alla sostenibilità – spiega Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain- Ormai è eticamente imprescindibile spostarsi verso un modello economico sostenibile, in cui si misura l’impatto delle proprie azioni, si valuta il risultato a 360 gradi, con un approccio multidimensionale e si agisce di conseguenza, considerando il Bene Comune un patrimonio da custodire e da condividere”.

Le diversità come unicità
Dalle terre calde e torride dell’interno, al clima mite e ventoso delle coste, fino al freddo dei rilievi montani, la Sicilia ha caratteristiche ambientali molto diversificate, che danno vita ad una ricca gamma di vini. La regione è prevalentemente collinare (per il 62% del territorio), mentre per il 24% è montuosa e per il restante 14% è pianeggiante. Il picco più elevato è il Monte Etna (3.323 metri) – situato nella parte nord-orientale dell’isola – che risulta fra l’altro uno dei più grandi vulcani attivi al mondo. In particolare si possono individuare quattro climi diversi a seconda dell’area della regione: nelle coste si riscontra un clima mite, con una piovosità media annua di 400-500 mm, e precipitazioni pressoché assenti nella stagione estiva; l’area dell’Etna, con un clima generalmente umido, un versante orientale più caldo, e un versante settentrionale più freddo; le aree delle montagne, con un clima più freddo e una temperatura media minima di 0 gradi e una massima di 25; e infine l’ambiente della Sicilia interna con una temperatura media annua superiore ai 15 gradi e un ambiente caldo umido soprattutto nelle province di Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta.

Il primo vigneto italiano per estensione
Attualmente con 97.937 ettari (dato al 31 luglio 2020, fonte Mipaaf) è il primo territorio vitivinicolo italiano per superficie vitata e anche il primo per estensione di vite coltivata  secondo i disciplinari biologici o della lotta integrata (ettari 42.000).  Quest’ultima condizione è stata possibile proprio in virtù delle condizioni climatiche naturali dell’isola dove sono necessari meno trattamenti per preservare le piante dalle malattie, rendendo la Sicilia un’area privilegiata rispetto ad altre zone del Paese. Il primato di estensione la rende maggiore del vigneto sudafricano, pari all’intero vigneto tedesco e a tre volte della superficie vitata della Nuova Zelanda. Grazie soprattutto al lavoro delle nuove generazioni di viticoltori, la produzione vinicola si sta spostando sempre di più verso la ricerca di una maggiore freschezza, pulizia e versatilità, capaci di abbinarsi con disinvoltura alla maggior parte delle cucine internazionali.

Il ruolo della Doc Sicilia

La Doc Sicilia, in questo panorama, è la denominazione più rappresentativa. Promulgata nel 2011, ha iniziato il suo percorso produttivo a partire dalla campagna vendemmiale 2012/13 contemporaneamente alla costituzione del Consorzio di tutela vini Sicilia Doc (2012). Nel 2021 gli ettari rivendicati  da 7902 viticoltori sono stati 24.683. Gli ettolitri confezionati dai 530 imbottigliatori (maggio 2021) sono stati  719.212. Complessivamente sono state prodotte 96.255.767 bottiglie con un incremento (+6%) rispetto al 2020. Dal 1° gennaio 2022 sulle bottiglie della Doc Sicilia c’è il contrassegno di Stato (fascetta) che garantisce la completa tracciabilità di ognuna. Ogni fascetta infatti è dotata di un’indicazione alfanumerica, contenente un numero di identificazione progressivo che distingue ogni singola bottiglia immessa sul mercato. Inoltre, il codice alfanumerico può essere letto da tutti gli smartphone su cui sia stata preventivamente installata l’App Trust Your Wine, scaricabile gratuitamente dagli store iOS e Android.

Progetti per un futuro sostenibile
Il progetto  “Valorizzazione del germoplasma viticolo” – promosso e sostenuto dal Consorzio Vini Doc Sicilia insieme al Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”, ha come obiettivo di conservare la biodiversità e di produrre viti siciliane certificate dotando i vivaisti di materiale di base da cui ottenere un prodotto garantito da fornire alle aziende. Grazie al progetto è in corso la verifica fitopatologica dei campi di piante iniziali esistenti e la ricostituzione di nuovi campi con materiali virus esenti, da cui ottenere il materiale di propagazione per la produzione di barbatelle innestate e certificate.

Allo stato attuale, le piante prodotte con la prima annualità del progetto sono state impiantate, a cura del Consorzio Vini DOC Sicilia, in due diversi appezzamenti in agro di Mazara del Vallo e Petrosino. L’intento è quello di produrre gemme che in via esclusiva saranno cedute alla Regione Siciliana, che potrà distribuirle ai vivaisti per alimentare la filiera del vivaismo viticolo.

“Da sempre la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato. – sottolinea il presidente del Consorzio Vini DOC Sicilia Antonio Rallo – Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” diventa quindi per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e siamo orgogliosi di poterlo sostenere a fianco delle altre istituzioni coinvolte, che ringrazio per la collaborazione e supporto. Ogni giorno lavoriamo per comunicare al meglio il sistema ‘Sicilia Doc’ come produttore di eccellenza dei vini contemporanei, a fianco dei nostri produttori e delle nostre aziende così che possano essere sempre più competitive sui mercati di riferimento”.

Focus Grillo
“Il Grillo è un’uva con una particolare “intelligenza adattativa”– ha spiegato l’enologa Lorenza Scianna durante la masterclass dedicata al vitigno– La Sicilia si presenta come un mosaico molto eterogeneo per orografia, clima, suoli, escursioni termiche, temperature e piovosità: a seconda di dove si trova, il Grillo si adatta all’ambiente e si esprime in maniera diversa, pur mantenendo sempre un’identità precisa”.

La vendemmia 2021 delle uve Grillo, secondo quanto evidenziato dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ha prodotto 20.941.260 milioni di bottiglie, +25 % rispetto ai 16.707.274 del 2020, e presenta vini di qualità, con un’ottima intensità aromatica e freschezza.

Gli studi molecolari hanno dimostrato che il Grillo è frutto di un incrocio tra Catarratto bianco e Zibibbo o Moscato di Alessandria (Di Vecchi Staraz et al., 2007, De Lorenzis et al., in litteris).

L’origine di questo vitigno sembra debba essere attribuita al Barone Mendola, che alla fine dell’Ottocento, realizzò numerosi incroci tra i genitori del Grillo, ottenendo il Moscato Cerletti e/o Catarratto Cerletti; quest’ultimo è ampiamente descritto dal Molon nella sua Ampelografia (1906),

Il Grillo oggi è entrato a far parte di numerose D.O.C. della Sicilia centro-occidentale e in questi ultimi anni, grazie alle sue caratteristiche qualitative, si sta diffondendo anche in altre aree della Regione per la produzione di vini bianchi. Presente anche in provincia di Agrigento e più limitatamente nelle provincie di Palermo, Caltanissetta e Siracusa. Fuori dalla Sicilia è coltivato soprattutto in Puglia dove entra a far parte di diversi vini ad I.G.T. Dalla vendemmia 2017 il Grillo può essere rivendicato solo ed esclusivamente come Doc Sicilia

Profilo sensoriale del vino
Il vino presenta un colore giallo intenso con riflessi verdolini, all’olfatto è di elevata intensità aromatica, da cui emergono le note tipiche di agrumi, come il pompelmo, accompagnate da quelle vegetali speziate e di fiori bianchi. A queste si possono anche aggiungere note di frutto della passione; al gusto risulta ricco di elevata struttura ed ha un buon equilibrio tra la sensazione alcolica e quella acida; inoltre sovente risulta particolarmente sapido. La persistenza aromatica è elevata.

Vendemmia 2021
Il risveglio vegetativo dopo un inverno freddo, piovoso e di lungo riposo è stato per il vigneto Sicilia vivace e vigoroso. In alcuni territori dell’isola si sono verificati episodi di gelate in aprile e di caldo a maggio, ma in generale la stagione primaverile si è manifestata con temperature miti e assenza di piogge significative. La fase verde del vigneto ha visto la crescita di piante sane che presentavano buona potenzialità produttiva. La fase della maturazione è stata caratterizzata da temperature sopra la media fino a metà agosto, quando si è progressivamente registrato un calo termico, che si è protratto insieme a qualche precipitazione fino alle fresche notti settembrine.

Andrea Gabbrielli

 

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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