Solais Grand Cuvée Metodo Classico Cantina di Santadi/di Andrea Gabbrielli

Vigneti su sabbia

Nel Sulcis, la regione sudoccidentale della Sardegna di fronte all’omonimo Arcipelago delle isole di San Pietro e di Sant’Antioco, ci ho lasciato il cuore tante volte e ancora oggi quando un vino mi riporta da queste parti, la nostalgia -il sentimento dell’assenza- immancabilmente si affaccia con la stessa forza di sempre.

Una premessa è d’obbligo. Sono di parte e ammetto che della Sardegna amo quasi tutto: le persone, i vini, il cibo, i paesaggi, il mare, le montagne ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Per il Sulcis, però, c’è qualcosa in più. Infatti verso la fine degli Ottanta, Giacomo Tachis, il grande enologo, mi invitò a visitare la Cantina di Santadi per compulsare la realtà di questa piccola cantina sociale con cui aveva iniziato collaborare già da tempo. Questo primo viaggio, a cui ne seguirono molti altri negli anni successivi, mi permise di approfondire la conoscenza del territorio sulcitano, dei vigneti su piede franco di uve carignano, del vermentino del sud della Sardegna, della viticoltura delle isole dell’arcipelago e molto altro ancora.

La Cantina di Santadi
Nasce nel 1960 per opera di un gruppo di viticoltori locali che volevano valorizzare l’uva dei propri vigneti. Alla metà degli anni Settanta, la crisi generale della viticoltura sarda e del sistema cooperativo regionale, insieme agli scarsi proventi della vendita dello sfuso avevano gravemente appesantito il bilancio di Santadi. Solo con l’elezione nel 1976 di Antonello Pilloni alla presidenza del consiglio di amministrazione inizia un nuovo corso di risanamento finanziario e di rilancio delle attività produttive. E proprio nell’ambito di questo programma di rilancio, nel 1980 convince Tachis a diventare consulente della cantina. Grazie al suo lavoro le potenzialità del terroir e dei vitigni sulcitani vengono esaltati al massimo. Nell’arco di vent’anni i vini della cantina, in un continuo crescendo (i Carignano Terre Brune e Rocca Rubia, il Cannonau Noras, il Vermentino Cala Silente, il Villa di Chiesa, ecc.) sono diventati uno dei simboli della migliore Sardegna del vino.
Oggi nei 650 ettari di vigneti dei 200 soci si coltivano carignano, cannonau, monica, sangiovese, syrah, vermentino, nuragus, nasco e chardonnay. La produzione è di circa 1.700.000 bottiglie l’anno. La cantina è soprattutto conosciuta per i suoi rossi che rappresentano gran parte della produzione (75%). Questa volta però parliamo di uno spumante.

Il Solais metodo classico
La cantina ha iniziato a produrre metodo classico a partire dal 2010. I vigneti di vermentino da cui si ottiene, sono allevati a spalliera nell’areale di Santadi su terreni di medio impasto, sabbiosi e argillosi. La raccolta delle uve solitamente viene effettuata verso il 20 Agosto, a mano e in cassette, nelle prime ore del mattino, quando la temperatura è ancora fresca. Segue la classica vinificazione in bianco, con pressatura soffice e una resa massima del 50% in mosto fiore che viene lasciato decantare per 24 ore. La fermentazione avviene a temperatura controllata per una settimana e, successivamente, la base affina per 6-7 mesi sulle fecce fini in tini di acciaio. La base spumante viene poi inviata per la successiva fase di rifermentazione in bottiglia -è un metodo classico- in Oltrepò Pavese presso la Cantina di Ballabio dove successivamente effettua l’affinamento, almeno 30 mesi. Dopo la sboccatura viene aggiunto dello sciroppo di dosaggio a cui segue un ulteriore affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi prima della commercializzazione.

La degustazione
Ha colore paglierino con riflessi dorati e bollicine fini e persistenti; il profumo è caratterizzato dalle note speziate del vermentino, dalla frutta a polpa bianca, dall’uva spina e poi ancora dalla crosta di pane. In bocca è morbido, pieno, lungo, con una sapidità molto caratteristica dell’uva e del terroir sulcitano. Ancora frutta sul finale e piacevolezza da primato.

Punteggio: 88+/100
Prezzo: Euro 20-22,00

Cantina Santadi
Via Giacomo Tachis, 14 – Santadi
Tel 0781 950127
info@cantinadisantadi.it
www.cantinadisantadi.it

Gli amici e gli allievi di Tachis
Giacomo Tachis (Poirino, 4 novembre 1933 – Firenze, 6 febbraio 2016) è stato uno degli enologi più rappresentativi dell’ultimo mezzo secolo. Per 32 anni è stato direttore tecnico della Marchesi Antinori. Come consulente dell’Istituto regionale della vite e del vino di Palermo ha posto le basi per il rinnovamento della vitivinicoltura siciliana. Ha svolto un ruolo fondamentale per la nascita di alcuni dei più prestigiosi vini italiani: Sassicaia, Tignanello, Solaia, Turriga, Terre Brune, Pelago, Milleunanotte, solo per citarne alcuni. Oggi molti dei suoi allievi sono tra i più importanti enologi italiani: ad iniziare da Giorgio Marone, che insieme a Riccardo Curreli è in forza a Santadi, o a Carlo Casavecchia della Cantina di Ballabio. Dal 2018 anche la toponomastica della piccola cittadina di Santadi -poco più di 3000 abitanti -è cambiata e la via dove è ubicata la cantina è diventata Via Giacomo Tachis in onore dell’enologo che ha fatto conoscere nel mondo il nome del Comune e della Cantina.

Andrea Gabbrielli

 

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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