Un allievo divenuto maestro del Brunello, Giuseppe Gorelli

Per Giuseppe Gorelli, classe 1964, iniziare ad affiancare Giulio Gambelli nei suoi giri di assaggi per le cantine di Montalcino a 18 anni, è stato come frequentare un master all’università con il docente più prestigioso della facoltà.
Formalmente era il suo autista -Giulio non guidava volentieri e gli spostamenti a Montalcino possono essere impegnativi dal punto di vista stradale- compito che il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino gli aveva assegnato dopo averlo assunto part time. Per Giuseppe era il primo impiego ufficiale. Non potevano fargli un regalo migliore.

Un impegno, quello di accompagnare Gambelli, che durò molti anni e ciò ha significato un lungo tirocinio ricco di insegnamenti, di consigli pratici e soprattutto l’acquisizione di un metodo di lavoro. Quel metodo che ha permesso a tante, tantissime aziende, soprattutto medio piccole, di migliorare la qualità dei vini, Brunello in primis. L’igiene in cantina, per Gambelli, era l’elemento da cui si doveva partire. Negli anni Ottanta dello scorso secolo a Montalcino, a parte qualche grande azienda, la situazione non era sempre ottimale. Le cantine, spesso ricavate dalle stalle del bestiame, qualche volta non erano state bonificate sufficientemente in profondità, la pulizia degli ambienti poteva lasciare a desiderare e per di più poteva capitare di trovare stoccati materiali non consoni all’affinamento del vino. Anche semplici consigli come risciacquare pompe e tubi dopo l’uso, tenere puliti i rubinetti, valvole e gavole, erano molto utili. Per chi aveva iniziato da poco, le botti e i materiali vari erano nuovi, però si trattava di mantenerli in buono stato.

L’aspetto più interessante per Giuseppe è stato imparare ad assaggiare i vini in affinamento con spirito critico, scoprendone vizi e virtù. Gambelli, oltretutto dotato di una memoria prodigiosa, era il numero uno in assoluto in questo campo. Era in grado di riconoscere e di “tracciare” il sangiovese, cantina per cantina, botte per botte, come nessun altro. Giuseppe Gorelli ha assorbito come una spugna questi mille insegnamenti che poi ha riversato nel suo lavoro di enologo e di consulente. I miglioramenti della qualità di un vino, spesso stanno proprio nei piccoli particolari. Ha imparato altresì che “meno si interviene sul vino è meglio è“, una lezione che non ha mai smesso di applicare.

Insomma Giuseppe ha fatto un training molto importante oltretutto avendo la possibilità di girare in lungo e in largo il territorio di Montalcino conoscendo terre e vigneti di tutte le esposizioni del Brunello.

Giuseppe ha lavorato per il Consorzio sino al dicembre 1999. Ma come produttore aveva già iniziato – a parte le primissime esperienze con il babbo negli anni Ottanta- nel 1993 quando era nata l’azienda Le Potazzine, uno dei nomi di punta del Brunello di oggi, dove rimarrà sino a maggio 2017. In tutti questi anni ha esercitato anche il mestiere di consulente conquistando la fiducia, solo per fare alcuni nomi, di aziende come Sesti, Fattoi, Casanuova delle Cerbaie, Le Gode, Terrenere, Paradiso di Manfredi, Cerbaia, Val di Cava, Banfi ed altre ancora.
La Fondazione Gorelli Wine, la nuova azienda di cui è titolare, è recente (2017). Grazie al fattivo supporto dell’amico produttore Maurizio Lambardi, è riuscito ad acquistare dei vigneti di Rosso e di Brunello, precedentemente condotti in affitto, a cui si è aggiunta una piccola cantina. La nuova azienda, nel versante nord di Montalcino, un’area sempre più interessante per la produzione del Brunello, ha preso il nome di Podere Le Crete (ex Podere Cerrino).
Il primo Brunello della Gorelli Wine, è dell’annata 2018. Complessivamente la produzione compreso Rosso e l’Igt Toscana Brigo (sangiovese) si aggira sulle 26.000 bottiglie in buona parte esportate nei principali mercati, italiani ed esteri.

di Andrea Gabbrielli

Giuseppe Gorelli è il protagonista di una nuova puntata della terza stagione della docuserie Brunello Independent, sottotitolato in inglese, in onda in questi giorni sulla piattaforma YouTube.

 

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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