Tra i tanti gioielli nascosti nelle vallate etnee, il Castello Solicchiata del Feudo Spitaleri ad Adrano (Catania) brilla di luce propria. La sua antica e famosa tradizione vitivinicola nel corso del tempo ha perso slancio ma ora l’accordo tra la proprietà, gli Spitaleri di Muglia, con la famiglia Planeta, pone le basi per il rilancio di una delle più belle e prestigiose aziende siciliane. Se in Toscana, il Castello di Brolio è stato un punto di riferimento a tutto campo per il Chianti Classico, il Castello Solicchiata ha tutte le caratteristiche per esercitare il medesimo ruolo nell’areale etneo.

Una storia prestigiosa
La famiglia Spitaleri di Muglia è attiva sin dal XIII secolo nella commercializzazione del vino. L’attuale conformazione della tenuta si deve al barone Felice Spitaleri – il più giovane senatore del Regno d’Italia, fautore del Risorgimento vitivinicolo italiano – che nel 1855 volle costruire sull’Etna uno château sul modello francese, con centinaia di terrazzamenti scavati nella roccia lavica e uno stile di produzione all’avanguardia. Le sperimentazioni vitivinicole furono affidate al maggiore esperto dell’epoca, l’ampelografo Padre Francesco Tornabene -fondatore dell’Orto botanico di Catania- mentre la progettazione architettonica viene affidata ad Andrea Scala, che si ispira ai palchi dei teatri all’italiana per disegnare l’azienda. Oltre 100 chilometri di muretti in pietra lavica scolpita, altezze che vanno da 700 a 1000 metri, 550.000 viti ad alberello.
Solicchiata è probabilmente il più grande vigneto al mondo ad alberello terrazzato, impiantato per il 70% a Cabernet Franc, 10% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon, e la restante parte a varietà bordolesi minori. Parte dello straordinario patrimonio del castello è il Feudo Boschetto, coltivato interamente a Pinot nero con alcune piante che risalgono all’originario progetto. Non a caso Solicchiata, nell’Ottocento e in buona parte del Novecento, diventa un luogo dove produrre grandi bottiglie, eleganti e uniche, in grado di dialogare con il mondo del vino internazionale. Il vino di Solicchiata, infatti, vince il primo premio all’Esposizione di Londra nel 1888, il Grande Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro a Palermo nel 1889, Vienna 1890, Berlino 1892, Bruxelles 1893, Milano 1894 e fu la prima fornitura ufficiale della Real Casa d’Italia, rimanendo il vino italiano più premiato ai concorsi internazionali e universali del XIX secolo.
L’accordo raggiunto tra le due famiglie, Spitaleri e Planeta, prevede che quest’ultima assuma la gestione dell’intera produzione e commercializzazione in esclusiva dei vini nel mondo, occupandosi anche delle strategie di valorizzazione del catalogo presente. La tenuta, sinora praticamente inaccessibile ai visitatori, ha una collezione di vecchie annate di assoluto primo piano.
La Sicilia, molto presto, avrà una nuova possibilità di far conoscere un tesoro -Castello di Solicchiata- che per molto tempo è rimasto nascosto e che spiega più di tante parole quanto sia ricca e complessa la sua storia vinicola. Non solo. Ma di quanto lavoro c’è ancora da svolgere per spiegare e valorizzare questa terra, dei tanti contrasti ma di altrettante opportunità. La sensibilità, umana, culturale e produttiva dei Planeta, farà il resto.
Andrea Gabbrielli
Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.