Un Osservatorio permanente per l’enoturismo

da dx Cinelli Colombini, Di Mare, Garavaglia, Stefàno, Alberti Casellati, Garibaldi, Cotarella, Corbini, Gabrielli, Pantini
da dx Cinelli Colombini, Di Mare, Garavaglia, Stefàno, Alberti Casellati, Garibaldi, Cotarella, Corbini, Gabrielli, Pantini

L’enoturismo post pandemia è un settore in forte crescita ma ha bisogno di promozione, comunicazione e formazione oltre che di digitalizzazione e monitoraggio dei dati per assicurare la crescita futura.

La presentazione del libro “Viaggio nell’Italia del Vino – Osservatorio Enoturismo: normative, buone pratiche e nuovi trend” (Agra Editrice), scritto dal senatore Dario Stefàno e dalla presidente dell’Associazione delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini, è servito a focalizzare le necessità dell’enoturismo italiano.

All’incontro, svolto presso il Senato della Repubblica, hanno partecipato la presidente, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, l’ad Enit Roberta Garibaldi, il presidente nazionale Assoenologi Riccardo Cotarella, il presidente Associazione Nazionale Città del Vino Angelo Radica e Denis Pantini e Roberta Gabrielli di Nomisma–Wine Monitor.
Hanno inviato il loro contributo anche i ministri Elena Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia) e Stefano Patuanelli (Politiche Agricole).

Per comprendere l’impatto del settore basti pensare che 9 aziende vitivinicole su 10 offrono accoglienza enoturistica tutto l’anno. L’enoturismo destagionalizzato è più frequente nel Nord Ovest (85%) e nel Nord Est (77%), mentre al Sud e nelle Isole la quota scende al 65%.  La totalità delle aperture al pubblico è in estate (92%) e in primavera (73%). Interessante il dato sulla capacità di spesa. Lo scontrino medio dell’enoturista è compreso nella fascia 50-100€ (43%) e solo il 18% dei visitatori spende più di 100€.  È il Nord Ovest l’area dove prevalgono gli acquisti fra 50 e 100€ con una quota di 24 punti percentuali superiore alla media. La spesa media più contenuta è al Sud e nelle isole, dove, tuttavia gli alto spendenti sono il 23%, una concentrazione superiore rispetto a ogni altra zona italiana. Tenendo presente questa circostanza risulta sorprendente come le esperienze “premium” a prezzo più alto, che costituiscono la vera novità post Covid, siano maggiormente presenti tra le offerte del Centro e del Sud Italia (42%) invece che nel Nord Ovest (24%).

L’indagine di Nomisma-Wine Monitor ha riguardato 92 comuni, 150 cantine e le Associazioni della Città del Vino e delle Donne del Vino – un campione molto rilevante a livello nazionale – da cui è emersa la richiesta alle istituzioni di dotarsi di un piano di promozione e comunicazione nazionale sull’enoturismo. Un piano che per 6 aziende su 10 dovrebbe basarsi sui dati provenienti da un osservatorio permanente. Molto sentito anche il bisogno di corsi di formazione degli addetti (67%) e digitalizzazione delle aree rurali (58%).

«L’indagine condotta da Nomisma offre diversi spunti di riflessione e input di tipo più pragmatico -ha spiegato Stefàno-  utili ai produttori per scegliere come agire nelle aree di miglioramento, ma anche ai soggetti istituzionali e dei servizi che intendono supportare la crescita esponenziale di questo comparto e per i giovani che vogliono affacciarsi a questo mondo con competenza».

Donatella Cinelli Colombini, che ha scritto la sezione dedicata alle buone pratiche enoturistiche post Covid, ha evidenziato che ormai «le donne sono il 14% di chi lavora in vigna e in cantina ma rappresentano la maggioranza degli addetti e dei manager nel marketing e comunicazione (80%) del commerciale (51%) e del turismo (76%). Come ha giustamente osservato Denis Pantini, gli uomini producono e le donne trasformano il vino italiano in euro».
Si tratta quindi di un ruolo decisivo che però cozza con la realtà dei Consorzi di tutela dove la presenza femminile nei Consigli di amministrazione è del tutto residuale. Valgano due esempi per tutti: Consorzio di Tutela del Vino Brunello, dove una sola donna è presente come consigliere mentre in un altro importante Consorzio come quello della Doc Sicilia, non ce ne è nemmeno una.

Gli interventi alla presentazione

La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, dopo aver definito il libro di Stefàno e Cinelli “un emozionante viaggio in un’Italia bella, operosa, appassionata e appassionante” ha detto che «la produzione vitivinicola italiana è un modello di sviluppo economico e sociale. La cultura dell’enogastronomia che il nostro Paese esporta da sempre in tutto il mondo e ogni anno richiama in Italia migliaia di visitatori, è una preziosa risorsa economica» mentre Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità e la Famiglia ha evidenziato che si tratta di «un lavoro che certifica l’impegno delle Donne del Vino nella promozione del ruolo e della partecipazione del protagonismo femminile in un settore così strategico per lo sviluppo del nostro Paese. È in linea anche con la prima strategia nazionale per la Parità di Genere che riconosce nell’ambito agricolo femminile uno degli assi d’investimento come quelli previsti nel PNRR. La creatività, la passione e l’energia delle donne possono essere elementi qualificanti anche nei processi d’innovazione».
Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, ha detto che «il turismo del vino è un’opportunità. Occorre migliorare l’organizzazione, capire che l’enoturista è da intercettare. Quest’anno avremo un importante appuntamento con il congresso mondiale dell’Enoturismo ad Alba. Ascoltiamo i nuovi viaggiatori attenti all’accessibilità e alla sostenibilità. Dobbiamo parlare a loro, raccontare cosa c’è dietro a ogni nostra bottiglia di vino».
Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha messo l’accento sul ruolo dell’enoturismo come «motore consolidato di sviluppo del turismo nelle aree rurali e dell’intero settore vitivinicolo e permette di valorizzare le zone meno conosciute del territorio, favorendo una forma di turismo “lento” sempre più apprezzato in Italia e all’estero. Proprio per questo credo che un osservatorio per l’enoturismo a livello centrale possa rappresentare un’occasione per mettere a sistema le diverse competenze e gli strumenti a disposizione nonché le opportunità derivanti dalla PAC e dal PNRR per progettare in maniera condivisa il percorso di sviluppo del settore».
Il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha parlato del vino come «elemento di cultura, di passione, di amore e simbolo del nostro Paese agricolo. L’uva è frutto della natura, il vino è opera dell’uomo e della sua scienza. È l’unico prodotto dell’agricoltura che invecchia e migliora».
Angelo Radica, presidente Associazione Nazionale Città del Vino:«Siamo molto soddisfatti per l’ottimo prodotto scaturito dall’attività dell’Osservatorio sull’Enoturismo che portiamo avanti da 20 anni e che quest’anno si è arricchita della collaborazione di due prestigiose associazioni e del lavoro di Nomisma, organismo leader del settore».
Roberta Garibaldi, ad di Enit, ha confermato l’impegno:«Stiamo curando le linee strategiche sul turismo enogastronomico e stiamo concentrando energie anche sull’ importante appuntamento di Alba a settembre che riunirà il gotha del mondiale del settore».

 

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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