Pandataria, il vino del confino Az.Ag. Candidaterra-Isola di Ventotene / di Andrea Gabbrielli

Candidaterra, l’azienda di Luigi Sportiello nell’isola di Ventotene, è una storia di rinascita della vitivinicoltura nell’Arcipelago Ponziano. Un ritorno che negli ultimi vent’anni ha portato in molte piccole isole italiane – da Favignana a Capraia, da Vulcano a Panarea, da Capri a Mazzorbo- nuove opportunità per l’economia normalmente limitata alle sole attività legate al turismo, come l’ospitalità e la ristorazione, e sempre meno alla produzione di materie prime locali. Come nella maggior parte delle piccole isole italiane dal Dopoguerra sino agli anni Cinquanta dello scorso secolo, l’agricoltura era un’attività praticata da buona parte della popolazione. Ma a parte una quota dedicata al consumo familiare, la terra da sola non è più riuscita ad assicurare redditi sufficienti per vivere, provocando l’emigrazione verso la terraferma con il conseguente spopolamento delle isole, soprattutto dei più giovani.

L’azienda
Nata nel 2013, deve il suo nome Candidaterra alla patrona dell’isola, Santa Candida, ma anche alla voglia di comunicare il rispetto assoluto del territorio- una terra candida, senza utilizzo di prodotti chimici- in osservanza delle norme che tutelano la Riserva naturale delle isole di Ventotene e Santo Stefano. Attualmente la superficie vitata si estende per 2 ettari -su 189 complessivi dell’isola-  su terreni di origine vulcanica, nella zona centrale dell’isola, situati tra 30 e 50 metri slm. I filari, allevati a Guyot, di Greco, Fiano e Falanghina impiantati tra il 2013 e il 2016, sono rivolti a sud per una totale e costante irradiazione solare.
I fratelli Sportiello, Luigi ed Ercolino, curano l’intero ciclo di produzione: dalla coltivazione del vigneto alla vinificazione, dalla lavorazione in cantina all’imbottigliamento e alla successiva commercializzazione. Ma prima di arrivare alla prima annata in bottiglia, la gavetta per i due fratelli è stata lunga e laboriosa. “Nonostante il prezioso sostegno spirituale e materiale di nostro padre Modesto -raccontano Luigi ed Ercolino-  la strada si presentava sempre in salita e all’orizzonte appariva la produzione di un vino qualsiasi, esito da noi non desiderato, a causa di una totale assenza di competenze e di esperienze nel settore”. La svolta decisiva avviene dopo l’incontro con l’enologo Vincenzo Mercurio, che casualmente era venuto a conoscenza del tentativo dei due giovani ventotenesi e decide di “adottare” il progetto Candidaterra.  “Lui ha provveduto a creare la nostra cultura vitivinicola facendoci partecipare a numerosi seminari, incontri, lezioni e tanto lavoro pratico presso i migliori vigneti e cantine dell’Italia centrale. Sono stati sei anni durissimi e non riassumibili in poche righe, anni anche purtroppo caratterizzati da inevitabili errori di gioventù pagati a caro prezzo che solo una forte determinazione riesce a sopportare”.

Pandataria, il vino del confino
Pandataria, dall’antico nome di Ventotene che significa “dispensatrice di ogni bene” a cui è stata aggiunta la specifica “il vino del confino” ricordando che dal 1930 il regime fascista utilizzò l’isola per confinare gli oppositori politici -comunisti, socialisti, anarchici, azionisti, ecc. tra cui Altiero Spinelli uno degli estensori del “manifesto di Ventotene” che prefigurava l’Europa Unita, nonostante il fascismo e la guerra ecc.-  viene presentato nel 2019 e ora è possibile anche acquistarlo sul sito aziendale. Le uve vengono vendemmiate nella prima decade di settembre e la vinificazione avviene in vasche d’acciaio inox a temperatura controllata; alla maturazione di 6 mesi sulle fecce fini segue l’affinamento in bottiglia per 2 mesi.

La descrizione
Ha un brillante colore paglierino carico; i profumi ricordano la speziatura della macchia mediterranea su un fondo di sentori agrumati e aromatici; in bocca è secco, ha una struttura piena e rotonda, armonica, lungamente persistente, solare e mediterraneo, da classico vino insulare. In fin di bocca si avverte la frutta tropicale. Per essere un primo imbottigliamento, oltretutto da un territorio “sconosciuto”, è un buon inizio. 88/100

Nota storica
La moderna vitivinicoltura nelle isole ponziane è stata introdotta (1734) dai coloni ischitani e di altre provenienze campane, inviati dai Borboni per dedicarsi prima all’agricoltura e poi alla pesca.
A Ventotene un documento del 1791 attesta che la vendemmia di quell’anno produsse 152 botti e quasi la metà fu venduta ai padroni delle barche di Forio, Procida e di Genova. L’intendente del Distretto di Gaeta nel 1810 scriveva che «la pianta più propagata sull’isola e che corre dappertutto la sua superficie è la vite. Il raccolto dell’uva è quasi sempre ubertoso» (la citazione è tratta da I Ventotenesi di Filomena Gargiulo). La produzione alla fine dell’Ottocento era di circa 900 ettolitri ed è continuata, quantità assai ridotta, sino agli anni Sessanta dello scorso secolo. Le uve più utilizzate erano Aglianico, Primitivo, Biancolella, Catalanesco, Piedirosso. Poi un lungo periodo di abbandono.

Azienda Agricola Candidaterra
Via Calanave snc Ventotene (LT)
Tel. 347 5596662
mail: info@candidaterra.it
www. Candidaterra.it

di Andrea Gabbrielli

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Romano, giornalista e scrittore, dal 1989 è stato caporedattore della guida Vini d’Italia e dal 1992 caposervizio del mensile Gambero Rosso. Dal 1996 è libero professionista. Vincitore di vari premi giornalistici nazionali e internazionali, autore di libri e trasmissioni televisive, è giurato nei concorsi internazionali Mondial de Bruxelles e Mundus Vini.

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