Boca 2004 Antico Borgo dei Cavalli: chi ne ha ancora se lo tenga stretto / di Monica Coluccia

Boca 2004 Antico Borgo dei Cavalli
[Crediti Foto: Fabiana Gargioli - Ristorante Armando al Pantheon]

La cosa più simpatica che può accadere a un appassionato di vino è quella di riuscire a servire a un produttore una vecchia annata del suo vino. Diventa un gioco divertentissimo (e indimenticabile) se si riesce a farlo a sua insaputa.

Di recente è capitato a Silvia Barbaglia, vignaiola e figlia d’arte. Si è ritrovata nel bicchiere, senza saperlo, il Boca 2004 dell’azienda paterna, Antico Borgo dei Cavalli.

Silvia affianca già da molti anni il padre Sergio Barbaglia nell’azienda di Cavallirio, un paesino della provincia di Novara, con poco più di milletrecento abitanti, le cui zone più vocate alla viticoltura rientrano nell’areale del Boca, storica denominazione del vino del Nord Piemonte approvata nel settembre del ’69.

Nel 2004 Silvia era ancora poco più che una ragazzina –e oggi lo sembra ancora- e in quel periodo l’areale del Boca stava rifiorendo da poco più di un lustro grazie al nuovo entusiasmo portato in zona dagli investimenti di Christoph Künzli ed Alexander Trolf nelle proprietà di Antonio Cerri: il successo che ne derivò fu tale da riportare i riflettori su queste zone quasi dimenticate.

L’azienda di Sergio Barbaglia era già lì, fondata dal padre Mario nel 1946, artefice di vini classici e tradizionali a base nebbiolo, vespolina e croatina per i rossi ed erbaluce per i bianchi -e qui si spumantizzava già l’erbaluce per la produzione del Brut Metodo Classico Curticella- per la Doc Colline Novaresi.

Oggi Antico Borgo dei Cavalli è semplicemente Barbaglia e l’etichetta d’antan che riveste il Boca 2004 non c’è più, ma il contenuto di dignità e di devozione per famiglia e vigna sono rimasti intatti. Ce lo dimostrano la vitalità e l’entusiasmo contagiosi di Silvia Barbaglia.

Boca 2004 Antico Borgo dei Cavalli (Barbaglia)

Il Boca 2004 dei Barbaglia, assaggiato a diciassette anni di distanza, rivela ancora un colore vivo e luminoso, con classiche trasparenze granato e una silhouette olfattiva incredibilmente vitale con profumi di rosa, spezie orientali, radici e buccia di mela rossa e un accenno al tamarindo, con qualcosa di boschivo e ferroso a spingere dal profondo. Anche il sorso rivela proporzione e una generale sensazione avvolgente, con tannino stondato e fuso nel corpo e con una chiosa salino-ferruginosa di grande fascino. Si regalerà al meglio almeno per una decina d’anni ancora. Ricordiamo qui che il blend per questo Boca in questa annata vedeva il nebbiolo al 70% e la vespolina al 30% (nelle annate più recenti si è a 80/20). Bonus: a più di quindici anni di distanza il contributo “erbaceo-speziato” della vespolina fa ancora capolino, divertendo. Emozionando.

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E' sommelier dal 2004. E' stata nelle redazioni di riviste e guide di settore di diffusione nazionale (Duemilavini, Bibenda, AIS-Vitae, L’Espresso, Le Migliori 99 Maison di Champagne). Organizza seminari di degustazione in tutta Italia grazie alla sua profonda conoscenza dei territori vitivinicoli italiani e internazionali. Scrive per gli appassionati del vino su vinotype.it e per la Guida Bollicine del Mondo di Identità Golose.

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