Perché i vini della Tenuta di Fiorano saranno sempre dei grandi vini / Per chi l’avesse perso

Tenuta di Fiorano

C’è più di un motivo obiettivo per cui i vini della Tenuta di Fiorano sono ottimi oggi, lo sono stati in passato e continueranno ad esserlo in futuro.

I motivi non sono solo riconducibili alla precisa gestione operativa attuata quotidianamente dal Principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi nella conduzione agronomica ed enologica dell’azienda, e non solo all’esperienza del radicato fattore Gianni Valenti o del capace tecnico Lorenzo Costantini.

Il meticoloso lavoro di Alessandrojacopo è valorizzato enormemente dalle condizioni pedoclimatiche ma soprattutto dal particolare territorio sul quale insistono i suoi attuali 6 ettari di vigneto in produzione.

E c’è una spiegazione storica.

Nel 1930 nella Tenuta di famiglia ai bordi dell’Appia Antica si produceva già vino che raggiunse l’optimum dopo il 1946, quando lo zio, il Principe Alberico Boncompagni Ludovisi si fece consigliare dal Dottor Giuseppe Palieri, un ricercatore agricolo molto stimato in quegli anni. Sotto suo consiglio non si utilizzò mai – e ancora oggi è così – la chimica industriale nelle coltivazioni che interessano tutta la Tenuta. Questa pratica lungimirante ha consentito al terreno di mantenere integro il suo substrato unico, ricco di sostanze fondamentali per la vitalità agricola, per il nutrimento della vite in particolare, a garanzia del suo perfetto equilibrio vegetativo. Un suolo ricco di minerali di origine prevalentemente vulcanica, quali fosforo, potassio, zolfo, magnesio, rame, molibdeno, mantenuto vivo dal pascolo, soprattutto di ovini, sfruttandone la naturale produzione di letami da utilizzare per la concimazione secondo i princìpi di un’agricoltura a ciclo chiuso.

La posizione fa il resto: la Tenuta si estende nel quadrante nordoccidentale del Vulcano laziale ed è ottimamente ventilata.

La fermezza del Principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi nel lasciare invariate le pratiche agronomiche condotte da decenni nei terreni della Tenuta è garanzia di tutela del terroir naturalmente creatosi, e realmente irriproducibile altrove.

Pubblicato il 28 dicembre 2015

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Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.

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