Piccoli consumatori crescono: aumentano le vendite di vino “bio”

L’approvazione del recente regolamento comunitario n. 203/2012 ha finalmente disciplinato l’intero processo produttivo del vino biologico, consentendo di apporre sulla bottiglia l’etichetta del logo europeo con la foglia verde. Un’attestazione di garanzia che ha sicuramente contribuito alla grande crescita delle vendite dei vini “bio” del 60 per cento in tre anni, e un consumo interno che nel 2021 è arrivato a circa 50 milioni di euro (in attesa dei dati di chiusura dei conteggi) con un aumento della produzione dal 2010 di quasi il 110 per cento.
Se nel 2013 il vino biologico interessava non più del 2% dei consumatori, nel 2018, secondo un’indagine Nomisma, il 41% dichiarava di aver bevuto biologico in almeno un’occasione.

L’interesse per i vini biologici e sostenibili, con conseguente aumento della richiesta del prodotto, è strettamente legato ad una crescita della consapevolezza, della cultura della sostenibilità e attenzione alla salute, e si parla di energie rinnovabili, stoccaggio di CO2 mediante l’impianto di siepi e boschi, impiego di materiali biodegradabili nei processi produttivi, uso di nemici naturali nel controllo dei parassiti. Un cambiamento ben compreso dalle aziende vitivinicole che hanno risposto aumentando le terre dedicate alla coltivazione della vite secondo i sistemi dell’agricoltura biologica, coniugando l’uso di nuove tecnologie con il ritorno a pratiche agricole tradizionali, più rispettose dell’ambiente e della salubrità del prodotto (incremento del 112 per cento del 2010 rispetto all’anno precedente). In Italia sono oltre duemila le cantine che producono vini biologici.

La superficie mondiale di vigneti biologici è attualmente poco meno di mezzo milione di ettari sui sette milioni di ettari complessivi, con Spagna, Francia e Italia che insieme coprono una superficie di circa 350 mila ettari. Seguono, a distanza, gli Stati Uniti e la Turchia.

L’appuntamento più importante con il “vino buono, pulito e giusto” per tutti i vigneron, i professionisti del settore e gli appassionati si terrà a Bolognadal 26 febbraio al 1° marzo 2022, con Sana Slow Wine che presenta la Slow Wine Fair. La manifestazione, organizzata da BolognaFiere ospiterà il primo incontro internazionale della Slow Wine Coalition*. Durante i quattro giorni della Slow Wine Fair si riuniranno centinaia di produttori da tutto il mondo in conferenze, dibattiti, degustazioni e con l’esposizione di migliaia di etichette provenienti da ogni parte del globo. La giornata di domenica sarà aperta agli appassionati, mentre lunedì e martedì saranno dedicati ai professionisti (clicca qui per il sito della Slow Wine Fair).

*La Slow Wine Coalition, nata all’interno di Slow Food,  è una rete mondiale che riunisce tutti i protagonisti del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne. Le fondamenta per la nascita di questa comunità sono state gettate a Bologna l’11 ottobre del 2020 quando fu presentato il Manifesto per il vino buono, pulito e giusto, un decalogo ispirato alle riflessioni di centinaia di vignaioli riuniti a Montecatini e Firenze nel 2009 per la seconda edizione di Vignerons d’Europe.

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Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.

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