Un buon bicchiere toscano / di Fabrizio Salce

In queste giornate in cui tutto è diventato ciò che non era, in cui ogni cosa sempre assumere una forma differente mi capita, quasi tutti i giorni, di parlare con produttori di vino dislocati nelle varie regioni d’Italia. Lo faccio al telefono, con WhatsApp, Messenger, con le varie piattaforme Call, e da tutti sento in linea di massima le stesse cose. La grande preoccupazione per un’annata ormai compromessa e le vendemmia nuova che non tarderà ad arrivare. Cosa fare? Come comportarsi? Molte aziende sono delle realtà che lavorano con la ristorazione, sia in Italia che all’estero, e con i turisti che arrivano direttamente nelle cantine. Ci sono aziende agricole che hanno sale di degustazione, agriturismi, wine bar, spazi per banchetti e cerimonie, tutto chiuso e bloccato. E quando si riaprirà quanto tempo ci vorrà per riavere quella normalità a cui eravamo abituati? Ne parliamo con speranza, con note di pregiato ottimismo, ma allo stesso tempo con ragionata preoccupazione. Mi interfaccio con chi produce ma anche con i colleghi della comunicazione del vino ho un confronto diretto. Partecipo a dirette social, intervisto per un programma TV, scrivo articoli, cerco in qualche modo di fare qualcosa di buono per continuare e dire che il vino italiano va difeso, tutelato e, oggi più che mai, consumato; tanti produttori si sono e si stanno attivando per le vendite on line dei loro vini.

Nel cuore del Chianti sulla via Francigena c’è l’amico Marco della Fattoria Il Colombaio. E’ un’azienda storica alla quale già in passato sono stati conferiti molti riconoscimenti. Siamo nel Comune di Monteriggioni, una località incantevole, vero patrimonio italiano, e vi parlo di 70 ettari di terreno di cui 15 coltivati a vigneto, 2 a oliveto e il resto a seminativi e boschi. Per quanto riguarda i vigneti la Fattoria è in una condizione territoriale tale da avere una parte delle vigne posizionata nel territorio storico del Chianti Classico “Gallo Nero” e l’altra parte su quello del Chianti Colli Senesi. Anche con Marco in questi giorni ho scambiato delle chiacchierate telefoniche, in parte molto simpatiche e decisamente piacevoli, perché il suo gradevole accento toscano mi ha riportato con la memoria ai tanti viaggi e ai molti servizi TV che ho realizzato negli anni in quella bellissima regione in tutte le sue Provincie. Non solo di vino ho parlato sia chiaro: penso ai formaggi e ai salumi tipici, ai dolci, alle località storiche, ai palazzi e ai borghi, ma anche alla carne pregiata della razza Chianina passando dai nobili pellami e dalla bravura dei maestri orafi. Quanti ricordi meravigliosi di volti e voci, di sapori unici di una terra straordinaria.

I ricordi sono così, affiorano sentendo una cadenza dialettale, un profumo, un colore, un sapore…un bicchiere di buon vino! Si, proprio quel vino che arriva dalla cantina della Fattoria ubicata nel centro dei vigneti in modo da potere garantire una lavorazione tempestiva delle uve appena raccolte. Quei vini che maturano nel tempo in botti, barriques e tonneaux. Penso ai miei viaggi gustandomi il Gaspero 1897, un Chianti Classico Docg con le sue note intense di frutta rossa, pepe, spezie. Armonioso, elegante, dal corpo presente, importante, con morbidi tannini: fantastica espressione del Sangiovese. Un vino che abbino golosamente alla bistecca di Chianina quel meraviglioso animale definito il “Gigante Bianco”. Sconfino, come terra e come vino, assaporo due versioni di Chianti Colli Senesi. Sono due Docg una è riserva, la prima ha aromi di violetta, fragola, ribes, è un vino morbido ed equilibrato, lo penso abbinato a un formaggio stagionato; la riserva ha un ampio profumo, in bocca è elegante, fine, armoniosa, la selvaggina è la sua compagna ideale.

Tre grandi vini di una grande terra. Sono solo una parte della produzione aziendale che si completa con altri rossi a base Sangiovese, la Malvasia bianca, il Rosé, la Grappa e naturalmente l’olio. Sono vini che potete conoscere meglio assaggiandoli di persona; prendete visione del sito aziendale di Marco e, quando si potrà ancora viaggiare e godersi la nostra bella Italia, la Fattoria vi attende nel suo agriturismo con camere e appartamenti, una grande piscina e tutti i comfort dell’alta ospitalità.

Strada di Serfignano 3 – Abbadia Isola

53035 Monteriggioni (Siena) – Tel. +39 0577 306143

www.fattoriailcolombaio.com

 

Fabrizio Salce, giornalista iscritto all’Albo dei Giornalisti Italiano come pubblicista e a quello Svizzero come professionista, dopo un trascorso radiofonico, pubblicitario, teatrale e calcistico iniziato nel lontano 1977, da circa 25 anni si occupa di agricoltura ed enogastronomia. Ha collaborato con strutture televisive italiane e straniere: Stream News, Stream Verde, Gambero Rosso, Rai World, Rai Expo e Mediaset in qualità di autore e conduttore. Dal 2003 al 2016 ha condotto e co-prodotto la trasmissione TV Agrisapori.
Ha scritto e scrive per varie riviste di settore: La Madia, Terre del Vino, l’Imprenditore Agricolo, e altre. Attualmente collabora con una dozzina di siti e portali web italiani ed esteri; segue alcuni servizi legati ai prodotti tipici per la trasmissione TV Eat Parade di Rai Due e di recente frequenti sono le sue ospitate nel programma di Rai Tre Mi manda Rai Tre. Dal 1997 lavora con la Federazione Nazionale dei Costruttori di Macchine Agricole. Ha vinto svariati premi giornalistici, ha una rubrica su Radio Latte e Miele inerente alle manifestazioni che si volgono nel nostro Paese e cura uffici stampa. Nel 2019 è stato nominato Ambasciatore di Gusta Cherasco.
+ posts

Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.

Previous articleAumentano le bottiglie di Primitivo di Manduria: +12%, 23 milioni di bottiglie
Next articleIl racconto di Valle Vermiglia e del suo Eremo Tuscolano 2018 su Cucina&Vini