Tenuta di Fiorano, l’Appia Antica e la colata lavica di Capo di Bove

Tenuta di Fiorano

All’interno della Tenuta di Fiorano in via di Fioranello, all’incrocio con l’Appia Antica alle porte di Roma, troviamo un tratto di straordinaria  testimonianza geologica: la colata lavica di Capo di Bove, denominata tra gli addetti anche Cava Boncompagni-Ludovisi.

Una testimonianza diretta e tangibile della natura vulcanica dei suoli delle pendici dei Colli Albani su cui si adagiano i vigneti che danno vita ai vini della Tenuta di Fiorano di Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi (Fiorano Bianco e Rosso, Fioranello Bianco e Rosso).

La Cava Boncompagni-Ludovisi è la testimonianza della spettacolare colata di lava leucitica, originatasi dal Recinto Interno del Vulcano Laziale che raggiunse le porte di Roma nell’eruzione di circa 290.000 anni fa quella detta della “seconda fase”, la prima risale a circa 120.000 anni prima. Con questa seconda terribile eruzione la nuova lava si aprì la strada verso la valle ed è proprio quella denominata Colata di Capo di Bove.

[..] La lava, molto fluida, ha percorso circa 20 Km sfruttando una paleovalle percorsa da un affluente del Tevere in direzione nord-ovest. La parte iniziale della colata lavica è stata sepolta da depositi più recenti, ma risulta visibile a partire da Santa Maria delle Mole fino alla tomba di Cecilia Metella, dove si arresta. La lava, una volta solidificata, ha preso il posto di un corso d’acqua che scorreva all’interno della valle, costringendolo a spostarsi dalla sua sede originaria; tale fenomeno è detto “inversione del rilievo” ed appare molto evidente se si percorre Via di Fioranello in direzione dell’Appia Nuova. La colata, con sopra l’Appia Antica, appare infatti in tutta la sua evidenza mentre sovrasta i campi circostanti. I Romani, nel costruire la via Appia Antica, sfruttarono il percorso pianeggiante, naturalmente rettilineo e topograficamente sollevato rispetto al territorio circostante, costituito dal corpo della colata lavica [..].

L’Appia Antica  si distribuisce in alto rispetto alla Campagna Romana anziché nel fondovalle come in generale tutte le grandi strade di comunicazione e come la via Appia Nuova, ad esempio. Come traccia venne usata proprio la colata di Capo di Bove che è arrivata fino a dove oggi è la tomba di Cecilia Metella.  Le colline laterali tra le quali la lava aveva preso la sua fuga erano composte da terra e quindi nei millenni successivi furono modificate da grosse frane e divennero vallette come quella dove oggi passa la via Appia Nuova. Invece la colata di lava che è composta di leucitite, una selce durissima che fu usata per pavimentare la strada romana, divenne la dorsale di una collina quasi rettilinea che dai Colli Albani raggiunge Roma. Fu Appio Claudio (350 a.C.271 a.C.) che sfruttò proprio la sommità di questa dorsale per tracciare la via Appia.

[Fonte, ARP, Agenzia Regionale Parchi Regione Lazio, Il Vulcano Laziale]

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Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.

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