Il Chianti Classico prosegue per la sua strada: portare la denominazione del Gallo Nero ai vertici delle classifiche internazionali dei vini di qualità, della conoscenza e della diffusione nel mondo. Se ne parlava da tanto, ma finalmente l’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico ha approvato un progetto di modifica al disciplinare di produzione con due importanti innovazioni.
Le UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) del Chianti Classico
La prima riguarda il progetto di suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico in aree più ristrette e dotate di maggiore omogeneità, per arrivare ad indicare in etichetta il nome del borgo o villaggio. Le norme nazionali ed europee consentono infatti che per i vini DOP si possa fare riferimento a unità geografiche aggiuntive, identificate all’interno della zona di produzione della denominazione, per rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, e consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve, stimolare la domanda attraverso la differenziazione dell’offerta.
Le aree identificate sono quelle di Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli, anche se in questa prima fase, le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione.
“E’ il territorio che fa la differenza: è da sempre uno dei nostri motti preferiti.” – afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio in una nota – “Quello del Chianti Classico è un territorio davvero unico, coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 50% segue i dettami dell’agricoltura biologica (52,5% della superficie vitata rivendicata). Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero. Il vino, come spesso ho affermato in questi tre anni del mio mandato da Presidente, rispecchia il territorio come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta.”
La seconda proposta di modifica al disciplinare, approvata dall’Assemblea dei Soci, riguarda l’uvaggio del vino Chianti Classico Gran Selezione. Ad oggi, le tre tipologie di Chianti Classico – Annata, Riserva e Gran Selezione – attingono alla stessa base ampelografica: 80-100% Sangiovese e fino al 20% massimo di vitigni a bacca rossa autorizzati, autoctoni e/o internazionali.
Con il nuovo disciplinare, per la tipologia Gran Selezione cresce la percentuale minima di Sangiovese (min. 90%) e scompaiono, in caso di blend con altri vitigni, quelli internazionali, ovvero saranno ammessi solo gli autoctoni a bacca rossa fino ad un massimo del 10%. sempre con lo scopo di rafforzare il binomio vino-territorio.
La tipologia Gran Selezione, introdotta con l’ultima revisione del disciplinare di produzione del 2013 è prodotta oggi da 154 aziende per un totale di 182 etichette e rappresenta circa il 6% dell’intera produzione di Chianti Classico.
Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.