L’azienda agricola La Scolca, griffe del vino piemontese, ha i suoi vigneti a Gavi, in provincia di Alessandria.
Nasce nel 1919 con l’acquisizione dei primi terreni da parte di Gianbattista Soldati, bisnonno di Giorgio Soldati, grande interprete del Gavi. Oggi, dopo ben oltre 100 anni di grande sviluppo, conduce l’azienda la figlia di Giorgio, Chiara Soldati, in rappresentanza della quarta generazione.
Una storia, quella de La Scolca, che non appartiene alla sola famiglia, ma ad un intero territorio vitivinicolo che, originariamente sconosciuto, è stato trasformato nella terra che ha dato origine al Gavi, (Gavi di Gavi), il grande vino bianco italiano affermato nel mondo.
Siamo quindi nel 1919, quando il capostipite della famiglia decise di acquistare la tenuta di caccia composta da boschi, coltivazioni di grano, e con un piccolo vigneto a bacca rossa. La presenza di un vigneto probabilmente suggerì l’idea di dedicarsi alla produzione di vino per sé, e una certa predilezione personale per i vini bianchi e per gli Champagne influì sulla decisione di impiantare il Cortese, il vitigno autoctono a bacca bianca che poteva dare un vino assimilabile allo Chablis.
E la scelta di puntare su questa uva autoctona anche quando la spinta verso i vitigni internazionali era forte, lungimirante e coraggiosa, si è rivelata vincente e convincente sia per il mercato interno che per quello internazionale.
L’iniziale produzione di questo vino consumato in casa e condiviso con i molti ospiti della prestigiosa famiglia, dimostrò da subito di aver tracciato la strada giusta per la produzione di un vino di grande qualità e per la valorizzazione di un intero territorio. Infatti il figlio di Gianbattista, Vittorio Soldati, manager alla Olivetti dotato di mentalità imprenditoriale, nel 1959 decise investire su una linea di produzione propria, imbottigliando, etichettando e avviando il suo Gavi alla commercializzazione, in un periodo in cui i vini prodotti in zona si vendevano solo alle grandi aziende spumantistiche. Nel 1968 depositò il marchio “Gavi dei Gavi” e iniziò la storia del Gavi dei Gavi Etichetta Nera, il vino icona de La Scolca, conosciuto nel mondo, inserito nei menu che onoravano gli incontri istituzionali e internazionali come uno tra i primi vini di grande pregio, vanto della produzione italiana.
A Vittorio successe Giorgio Soldati che sviluppò il grande progetto che la famiglia aveva concepito: la produzione di un vino che con la sua personalità e qualità poteva distinguersi nel mondo e affermare il valore dei vitigni autoctoni italiani. Fu così che riuscì ad ottenere per il Gavi il riconoscimento della Doc nel 1974 e della Docg nel 1998, fondò il Consorzio del Gavi e ne fu il primo presidente. Fu ancora nel 1974 che iniziò a produrre spumante “Metodo Champenois” prolungandone la sosta sur lie per dieci anni, dando vita ai millesimati “Gavi dei Gavi D’Antan” (100 per cento uve Cortese): con grande intuizione, aveva previsto che grazie ad una lunga evoluzione in bottiglia, i vini nati da uve locali avrebbero sviluppato delle caratteristiche di gusto e profondità tali da guadagnarsi una collocazione importante nel mercato e soprattutto tra i consumatori più attenti ed esigenti. Con il D’Antan, Giorgio ha voluto creare anche un prodotto che sapesse rappresentare il trait d’union tra passato e futuro, e il passaggio di testimone da lui a sua figlia Chiara.
Alla guida dell’azienda dal 1998, Chiara rappresenta una tappa fondamentale allo sviluppo della sua azienda, nello scorrere delle generazioni della sua dinastia. A lei si deve, con salda fedeltà all’impostazione iniziale, un forte impulso allo sviluppo, investendo sul marketing, sulla presenza all’estero, e sull’incremento di nuovi progetti di un’azienda sempre votata al futuro.
Chiara ha saputo dimostrare che l’evoluzione, la costante ricerca di miglioramento, mantenendo fermi i princìpi iniziali, non è solo una cosa da uomini, ma da vera imprenditrice qual è, ha impostato per l’azienda piemontese una progettualità di ampio respiro: “ora più che mai sarà all’insegna del concetto di glocal espresso da Zygmunt Bauman, nel senso che siamo convinti che sempre più occorra pensare globale e agire locale”. Il suo programma per La Scolca si basa su quattro principi cardine: sostenibilità come impegno etico, internazionalizzazione come sbocco naturale per il vino tricolore, legame con il territorio come imprescindibile elemento identificativo e lifestyle, in quanto il modello di vita italiana gode di un grandissimo appeal in tutti i continenti.
“Per quanto concerne la sostenibilità – sottolinea Chiara Soldati –abbiamo di recente ottenuto la certificazione FSSC, riconosciuta a livello internazionale, e il marchio SQPNI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), valido a livello comunitario. Una doppia certificazione che rappresenta un punto di svolta per rendere ancora più green il profilo della nostra azienda”.
“Il che ci porta – conclude la Soldati – a proporre un discorso sempre più qualitativo legato all’incoming e all’hospitality. La Scolca è molto impegnata anche su questo fronte e nei prossimi mesi presenteremo delle novità di assoluto rilievo con operazioni di comarketing che porteranno il nostro brand a collaborare con importanti alfieri del Made in Italy”.
Chiara Soldati, che è stata insignita di recente del Cavalierato della Repubblica direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella guarda al futuro anche all’interno della famiglia: è già pronta la quinta generazione per garantirne la continuità, con l’inserimento in azienda di suo figlio Ferdinando, poco più che ventenne.
L’azienda agricola La Scolca si sviluppa su una superficie di circa 50 ettari coltivati a vitigno Cortese (in prevalenza), fra Novi Ligure e Gavi, con 200 chilometri di filari. I vigneti di uve Cortese che danno vita al “Gavi dei Gavi”, hanno superato i 60anni; le rese di uva per ettaro sono basse, le radici su nutrono nelle profondità di terreni ricchi e generosi. L’equilibrio tra tecniche di produzione artigiane e l’utilizzo di moderne tecnologie danno vita a vini dal carattere forte ma di grande freschezza. Il primo a nascere è stato il vino fermo, il Gavi, concepito per essere un grande vino bianco, poi i due spumanti, bianco e rosato ai quali è seguita una produzione necessaria per l’allargamento del mercato che lo hanno reso un vino dalle tante identità. Oggi sono oltre 10 le etichette per 7/800 mila bottiglie prodotte, con leggere variazioni subordinate alle annate. Segue un regime di conduzione biodinamica in vigna, ed esporta in oltre 50 paesi nel mondo.
Rosanna Ferraro
Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.