Se n’è andata una delle più importanti personalità del mondo del vino in Italia, si è spento stanotte a Roma il Cavaliere Ezio Rivella, uno dei “padri” dell’enologia moderna.
Nel corso della sua lunga vita ha giustamente coperto le cariche tra le più importanti del settore -presidente dell’Associazione Enotecnici Italiani, primo italiano alla guida dell’Associazione Mondiale degli Enologi, fondatore del Centro Studi Enologici, presidente del Comitato Nazionale Vini Doc del Ministero dell’Agricoltura, vicepresidente dell’Office International de la Vigne e du Vin di Parigi e alla guida dell’Unione Vini-Confederazione Italiana della Vite e del Vino e molto altro ancora-, ma anche per i meno informati nel mondo del vino, il suo nome è legato alla storia del Brunello di Montalcino che lui negli anni ’70 contribuì a creare e a diffondere nel mondo. Un’impresa che gli valse il titolo di “enologo manager”, alla luce anche della creazione della grande Azienda Banfi, proprio a Montalcino (Siena).
Nato a Castagnole Lanze nel 1933, si impone subito come uno degli enologi più influenti d’Italia, che dal Piemonte lo vede direttore tecnico e commerciale di cantine sociali e che costituisce da antesignano una società di engineering e consulenza enologica, fino ad arrivare all’epopea di Banfi con la famiglia italo-americana Mariani, uno degli investimenti più grandi di tutti i tempi della storia del vino, operazione che ha dato il via al “nuovo” mondo del vino in Italia.
“Ezio Rivella è stato il presidente per eccellenza di Assoenologi – lo ricorda l’attuale presidente Riccardo Cotarella in una nota – È stato uno dei protagonisti assoluti dell’enologia italiana, in particolare negli anni ’70, ’80 e ’90 quando il nostro settore era ancora alla ricerca di un’identità e di una posizione. Se esiste l’enologia moderna ed evoluta, motivo principale del rinascimento dei vini italiani, lo dobbiamo in larga parte a Ezio, autentico pioniere del mondo del vino. Capace di interpretare la professione con doti manageriali e imprenditoriali. Così come se oggi Assoenologi è l’associazione che tutti conosciamo, lo dobbiamo anche al suo ultradecennale impegno alla guida degli enologi ed enotecnici italiani, avvenuto a cavallo tra la metà degli anni ’70 e ’80. Ci lascia un grande professionista, un amico e soprattutto un grande uomo”.
Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.