Grandi salumi italiani di nuovo negli Usa

Una buona notizia per l’export di alcuni prodotti tradizionali italiani rimasti bloccati a causa del virus: anche i salumi di Toscana e Umbria possono essere di nuovo esportati negli Usa.

I nostri guai sono iniziati nel 1966, con la comparsa dei primi focolai di Malattia Vescicolare del Suino (MVS), una malattia infettiva contagiosa che colpisce i suini, ma che non si trasmette in alcun modo agli uomini né direttamente né attraverso i prodotti alimentari derivati. L’epidemia ha provocato comunque ingenti danni economici per il blocco della produzione prima, e dell’esportazione poi. Il virus è stato dichiarato ufficialmente scomparso in Italia dal 2019, ma il riavvio delle esportazioni ha richiesto tempo.

Da fine ottobre 2023, come pubblicato sul Federal Register, gli Usa hanno amplieranno il numero delle regioni autorizzate, cosicché Toscana e Umbria possono tornare ad esportare oltreoceano le loro carni suine trasformate, con una evidente grande soddisfazione comunicata dai Consorzi di Finocchiona e Prosciutto di Norcia.

Un risultato di estrema importanza che giunge a coronamento dell’attività svolta in modo sinergico dai due Consorzi e con il contributo fondamentale del lavoro svolto in prima persona dal Ministro degli Affari Esteri e Vicepresidente del Consiglio On. Antonio Tajani che, nel corso dei suoi incontri sostenuti con la autorità americane, prime fra tutte la Vicepresidente Kamala Harris ed il Segretario di Stato Antony Blinken, ha perorato le produzioni di qualità toscane ed umbre, vera espressione dei territori; un’importante attività di tessitura in cui ha rivestito un ruolo da protagonista l’On. Raffaele Nevi, rappresentante del territorio umbro e che segna in modo positivo il futuro di molte realtà produttive dei due territori.

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