Le donne ebbero la possibilità di varcare la soglia del portone del Sacro Eremo Tuscolano nel giugno del 1660, e solo allora.
Il complesso monastico, che affaccia sul versante di Monte Porzio Catone dal lato del monte Tuscolo che guarda la Valle del Sacco, e posizionato ad oltre 500 metri di altitudine sul livello del mare, è dal 1607 sede della Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona. La parte strutturale è costruita sugli antichi resti di una villa romana ed è articolata in vari corpi: la chiesa di San Romualdo con la sua facciata settecentesca, i caseggiati che ospitano le abitazioni dei monaci, la ricchissima biblioteca del Sacro Eremo accessibile solo a studiosi e religiosi, rigorosamente uomini.
I vigneti, gli oliveti e il bosco che circondano l’Eremo vanno a costituire una naturale recinzione alla struttura di clausura dove i camaldolesi coronesi seguono in modo rigoroso l’obbedienza alla regola di San Benedetto: la vita fraterna, la separazione dal mondo e il silenzio.
Uno studioso della storia frascatana e dei Castelli Romani, Achille Nobiloni, riporta traccia nei suoi scritti dell’unica e sola volta in cui fu permesso alle donne di varcare la soglia del portone del Sacro Eremo: “Alessandro VII col suo Breve Ad agenda del 29 maggio 1660 concede l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli di ambo i sessi, che confessati e comunicati visiteranno la Chiesa degli Eremiti Camaldolesi nell’Eremo Tuscolano nel mese di Giugno dai primi Vesperi al tramonto del sole del giorno che dal Vescovo della diocesi sarà precisato per la solenne consacrazione di detta Chiesa, e quivi pregeranno secondo l’intenzione del Sommo Pontefice. Deroga quindi per questa sol volta alle Costituzioni e Decreti che proibiscono l’ingresso delle donne nei nostri Eremi”.
Ancora oggi è così: le strutture religiose sono inaccessibili alle donne.
Per fortuna il divieto non si estende all’accessibilità dei prodotti che provengono dal vigneto impiantato nel terreno circostante: i grappoli per la produzione del Frascati Superiore Docg Eremo Tuscolano dell’azienda Valle Vermiglia vengono proprio dai vigneti che giacciono tutt’attorno al Sacro Eremo custodito dagli Eremiti da cui prende il nome il vino di Mario Masini.
Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.