Bevi responsabilmente. O anche questa è pubblicità?

Mancano pochi giorni all’apertura del Vinitaly, la più grande manifestazione dei vini italiani che si terrà a Verona dal 14 al 17 aprile. Ma nel tripudio di bicchieri colmi e bottiglie vuote, di convegni e masterclass, di invito alla commercializzazione, al consumo e alla comunicazione, bisognerà domandarsi anche quale sarà il limite entro il quale parlare di vino sarà possibile.
Non è un fulmine a ciel sereno, l’Irlanda ha già iniziato le sue manovre per contrastare il consumo di vino con indicazioni terroristiche in etichetta, ma il Belgio potrebbe superane la portata con una nuova norma, che sa tanto di minaccia, caduta come una mannaia sul settore delle bevande alcoliche.

In sintesi, le autorità belghe hanno notificato alla Commissione europea, nel quadro della cosiddetta procedura Tris, il Regio decreto sulla pubblicità delle bevande contenenti alcool (2024/0032/BE). La norma, o proposta, se da un lato vuole tutelare i minori, dall’altro è definita in modo tale da autorizzare il solo ministero della Salute belga a imporre un messaggio di avvertenza sanitaria da riportare su ogni mezzo di comunicazione, fisico e digitale che dovrebbe essere applicato da tutti, senza contraddittorio, e vietare la pubblicità di bevande con una percentuale di alcol superiore allo 0,5%. Con un concetto di “pubblicità” talmente ampio da poter creare limiti a livelli molto pesanti. “Altri slogan, avvertenze sanitarie o altre avvertenze potrebbero quindi non essere più presenti su queste pubblicità; questi includono gli slogan previsti dall’accordo sulla pubblicità e la commercializzazione delle bevande contenenti alcool”. [Fonte TRIS – European Commission]

Se tutto andasse come nei piani del governo belga, si potrebbero addirittura vietare anche la distribuzione gratuita di bevande alcoliche a fini promozionali o nei ricevimenti. Ma, grazieaddio, il vino si potrebbe ancora comperare per uso personale, e saranno fatte salve anche le degustazioni.

È assolutamente condivisibile la necessità di incoraggiare il consumo responsabile e di vietare la pubblicità alle bevande alcoliche nei messaggi che coinvolgono i minori, così come il divieto di vendita a minori di 18 anni di vini fortificati -rimane a 16 anni quello di vendita di vini e birra- e in parte le restrizioni di operazioni di marketing relative all’alcol in determinati luoghi e orari. Ma non vanno sottovalutate le potenziali conseguenze di una tale norma. “L’impegno del settore per tutelare i minori non è in discussione – afferma la Presidente di Federvini Micaela Pallini – Restiamo convinti che vadano fatti sforzi per contrastare ogni forma di promozione delle bevande alcoliche verso i minori, così come è massimo l’impegno per combattere l’abuso di alcol, come dimostrano l’iniziativa “No Binge”, promossa da Federvini in collaborazione con diverse università italiane e in sede europea iniziative quali Wine in Moderation. Tuttavia, non possiamo non denunciare i rischi di un provvedimento come quello belga e per questo auspichiamo che l’Italia intervenga con decisione e puntualità nella sede prevista, attraverso un parere circostanziato entro la scadenza prevista del 22 aprile”.

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Giornalista, Sommelier, ha lavorato al Gambero Rosso per oltre 10 anni come giornalista, degustatrice per la Guida ai Vini d’Italia, autore e regista dei servizi televisivi per il Gambero Rosso Channel, autore di libri su vino, cucina e turismo. Ha partecipato al progetto di rilancio del brand Franciacorta e nel 2006 ha fondato Vinotype, un’agenzia di comunicazione specializzata per le Aziende vitivinicole. Nel 2010 ha lanciato il magazine on line Vinotype.it.

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